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mar 24 2016

Da postino a Euro 2016: la storia di Conor Washington

Madre scozzese, nonna nord irlandese, nato in Inghilterra (Chatam, Kent) cresciuto calcisticamente in Galles: forse, cercando sul dizionario la voce Regno Unito, tra i sinonimi troverete anche Conor Washington, attaccante classe ’92 che milita attualmente nel QPR, in Championship. E che si appresta a fare il suo esordio con la nazionale dell’Irlanda del Nord: sì, al cuore non si comanda. E il cuore ha detto Belfast: “L’ho sempre saputo”, nonostante Conor non sia mai stato da quelle parti: una delusione per mamma, ma con la chiamata di Martin O’Neill (che lo ha convocato per le partite contro Galles e Slovenia) il dado ormai è tratto.

Quella di Conor Washington, aldilà di questo bizzarro melting-pot tutto britannico che incarna, è una storia che merita di essere raccontata. Londra e il Queens Park Rangers sono l’ultimo step di una vita/carriera che fino a quattro anni fa lo ha visto protagonista niente meno che nella decima divisione, al St. Ives Town, squadra di amatori in cui giocava mentre viveva a Cambridgeshire, Inghilterra. Calciatore part-time, perché per mantenersi Conor faceva il postino: consegna in bicicletta, giornali e pacchi, non c’erano condizioni climatiche che tenessero (“In inverno, quando tutto era gelato, era molto dura”). E nonostante questo segnava, segnava eccome Conor Washington: 53 gol in 50 partite con il St.Ives che gli garantiscono una chiamata dal Galles nel 2012. Dalla decima alla quarta divisione, un bel salto che compie con il Newport, che dopo averlo preso per 6.000 euro lo venderà al Peterborough (terza divisione) per 700.000: sì, al St.Ives Conor Washington è decisamente ben voluto, anche perché il club gallese si è garantito una percentuale su ogni futura rivendita. E così, quando a gennaio è passato al QPR allenato da Jimmy Floyd Hasselbaink, il 20% dei 3,5 milioni pagati per il suo cartellino è finito in Galles.

Storia di un’ascesa, non senza cadute e rifiuti: quelli del Norwich e dello stesso Peterborough che quando era ragazzino lo scartarono. Il sogno però è ricominciato e adesso si è spinto fino alle porte dell’Europa. Sulle orme di Jamie Vardy, che come lui ha segnato tanto nelle categorie inferiori prima di scrivere la storia col Leicester, “l’esempio perfetto”, che forse affronterà in Francia se alla fine sarà convocato e se la sua Irlanda del Nord riuscirà a superare il girone C con Germania, Polonia e Ucraina. Storia di un’ascesa, vertiginosa: perché vertiginosa non può dirsi soltanto di una caduta, se da postino ti ritrovi, nel giro di pochi anni, a giocarti la possibilità di partecipare a un Europeo. Parola di Martin O’Neill: “Lo seguiamo da un anno, è tra i giocatori che hanno una chance di essere in Francia a giugno”. E pensare che fino a poco tempo fa, le qualificazioni le guardava in TV. Adesso invece debutterà a Cardiff proprio contro il Galles: non può essere un caso. Al destino piace giocare: e un nord-irlandese, con madre scozzese, cresciuto in Inghilterra e consacratosi calcisticamente in Galles, non poteva che cominciare questa nuova avventura con un derby, il derby più dolce.

da gianlucadimarzio.com